L'Iris Borgo Ticino ...e tutti gli altri

Primo dopoguerra, il paese vuole finalmente lasciarsi alle spalle la guerra, si inizia faticosamente la ricostruzione, si vuole finalmente normalità dopo un pesante Ventennio, cinque anni di guerra, l'occupazione tedesca. La normalità la si cerca anche su un campetto di calcio. A Borgo, alla presenza del suo compaesano più illustre il Corazziere-Discobolo Tosi viene inaugurato il nuovo campo di calcio lungo la statate del Sempione proprio dove successivamente sorgerà il capannone della Manifattura Gagliardi e dove oggi si trova il Supermercato In's.

Borgo Ticino iscrive la sua sua squadra, la BORGOTICINESE in Prima Divisione Girone B. La Prima divisione è la quarta serie (dopo la Serie A, la B e la C) nonchè l'ultima di questo nuovo movimento calcistico che muove i suoi primi passi post bellici. Dovranno passare altri due anni per vedere la nascita anche della Seconda Divisione. La Borgoticinese esordisce con un buon ottavo posto nella stagione 1947/48, mentre nella stagione successiva è ultima nel girone, di fatto retrocedendo ma non iscrivendo la squadra negli anni successivi al campionato ufficiale.

Terminata la stagione a pari punti Iris e Gravellona si contendono la promozione in Serie D sul campo neutro di Novara. Lo spareggio lo vince l'IRIS con un gol di Bonini al 52'

Da "STAMPA SERA" del 23-06-1980 di Alberto Galno

NOVARA — Il Borgoticino sale In serie D. Il duello con il Gravellona è stato equilibrato per un intero campionato e nemmeno l'incontro decisivo sancisce una netta supremazia degli uni sugli altri, ma basta un gol di Bonini per allontanare la prospettiva dei supplementari e di un possibile nuovo spareggio. La rete del bomber azzurro arriva come un temporale destate al 52', nei primi scampoli di una ripresa giocati come il primo tempo a passo di melanconico valzer. La rete stordisce il Gravellona e scuote il Borgoticino, molto più lucido, una volta in vantaggio, nell'alleggerire in contropiede la sterile pressione dei rivali. Comincia al 52' un'altra partita, dal tema tattico molto più semplice per la squadra di Giannini. Il trainar del Borgoticino arretra la linea del centrocampo a ridosso dell'area, lasciando che Beccaria e Bobice rilancino a turno l'iniziativa verso la porta di Piaceri. Bobice, gran criniera e batti, soffre per tutta la prima frazione il duello con Sacchi, intraprendente in lunghi affondi sulla corsia destra del campo, ma nella nuova, più favorevole situazione del gioco riacquista in autorità e nel finale (81'), avanzando a larghe falcate dalle retrovie, sfodera la sua «zampata»: sull'angolato diagonale dell'interno Piaceri compie l'Intervento più difficile del suo incontro. Insieme a Bobice hanno modo di farsi notare il brio di Cattaneo, la potenza di Bonini, la sicurezza di Ferrari nelle uscite (la parata di maggior impegno l'estremo difensore la effettua al 49' su di un'azzardata deviazione del compagno Tresoldi) e l'impareggiabile regia difensiva del trentanovenne Camporini, degno capitano di questo Borgoticino. Costretto, invece, ad inseguire per quasi metà dell'incontro, il Gravellona di Rondanini denuncia dei limiti nell'organizzazione del gioco e sotto porta. dove le tre punte presentate in apertura dall'allenatore si rivelano un inutile espediente tattico. In svantaggio, il Gravellona preme con foga — Rondanini avanza anche la posizione del libero Cagnoli — ma costruisce solo un innocuo fendente di Sartorisio (68’), tre tiri a lato di Ferri, subentrato troppo tardi all’«armadio» Furlanis, e un altro tentativo, «dedicato» alla gradinata, del volonteroso terzino Barozzi. In evidenza il tecnico Sacchi nel primo tempo, va segnalato, nelle file del Gravellona, l'oscuro lavoro svolto da Sartorisio, sacrificatosi prima su Beccaria e poi su Cattaneo. Le note dolenti riguardano l'attacco: i due «panzer» senza colpi in canna, Buoso e Furlanis, e le «frecce» Aliperti e Borgatta, che giocano ciascuno per contro proprio. Il Gravellona viene punito dopo aver totalizzato in campionato 47 punti su 60 che aveva a disposizione. E' un verdetto severo quello che lo condanna a rimanere in Promozione, ma l'undici biancarancione finisce con lo scontare una leggera differenza di classe nei confronti dei rivali, più a loro agio sulle larghe corsie laterali dello stadio Comunale di Novara. Lo stacco di Bonini al 52' propone questa differenza. Tuttavia l'inizio del match presenta un più coraggioso Gravellona nei limiti di uno scontro subito nervoso e contratto. La posta in palio di fronte ai 3529 spettatori paganti (l'incasso ammonta a quasi 14 milioni) è troppo alta perché i 22 uomini in campo non ne risentano. Il Gravellona può contare sul coro chiassoso del suoi tifosi organizzati, ma il Borgoticino gioca praticamente In casa, perché molti dei suoi, a cominciare dal trainar Giannini, sono nati calcisticamente nel Novera. Il Gravellona macina un maggior volume di gioco con Sacchi che già al 2' mette sotto porta un insidioso cross per Borgatta, arpionate, invece da Ferrari. Il portierone del Borgoticino deve mostrare poco dopo (11') tutto il suo coraggio in un'uscita a «valanga» sui piedi di Aliperti, scattato su di un invitante colpo di testa di Buoso. La squadra di Rondanini continua ad alternarsi in prevalenza all'attacco, ma è il Borgoticino a sfiorare il gol sugli sviluppi di due calci piazzati battuti da Bobice: sul primo Beccaria sbuccia una facilissima traiettoria a due passi da Piaceri (38'), sul secondo è Bonini a colpire di testa di poco a lato (45'). In apertura di ripresa, dopo l'avvicendamento di Fungo con il militare Bovio e l'involontaria emozione procurata da Tresoldi ai suoi, l'attaccante azzurro riesce a fare molto meglio su di una terza punizione calciata questa volta da Camporini: svetta sul grappolo in area e cerca l'angolo alla destra di Piaceri, la palla accarezza Ja base interna del montante e rotola in-refe (1-0 al '52). Il Gravellona tenta di replicare con tutti i suoi uomini (nell'ultimo minuto avanza anche il portiere Piaceri) e rischia di essere ancora trafitto da una debole conclusione di Bovio, fermata sulla linea di porta da Sacchi (82'). Lo spareggio, diretto con oculatezza da Mazzalupi, corre verso la fine e l'epilogo si trasforma nella festa per il ritorno sul suo campo di Gigi Giannini. Poi, negli spogliatoi, come una doccia fredda, la ventilata rinuncia del presidente Manzetti alla serie D che restituisce qualche speranza al Gravellona.

Borgoticino: Ferrari; Tresoldi. Saini; Fungo (46' Bovio), Colpo, Camporini; Pasquino, Bobice, Cattaneo, Beccaria, Bonini.

Gravellona: Piaceri; Barozzi, Quattrone; Francesco Cagnoli, Bertaccini, Sartorisio; Borgatta, Furlanis (76' Ferri), Buoso, Sacchi, Aliperti. Arbitro: Mazzalupi. Rete: Bonini al 52'. Novara.

L'annuncio a fine stagione 1989 del trasferimento della squadra da Borgo Ticino ad Oleggio lascia cn l'amaro in bocca e sopratutto toglie a Borgo la sua squadra.

I maligni parlano di una vendetta del Presidente per la mancata elezione a Sindaco ma probabilmente le ragioni son più economiche in anni in cui il calcio diventa sempre più impegnativo sopratutto se si vuole rimanere a livelli alti.

A fine stagione 1979/90 la squadra retrocede e dopo pochi anni perde anche la denominazione IRIS.

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